Volume rilegato in seta, cm 23,5x31, 176 pagine, riccamente illustrato a colori


ISBN 978-88-86251-87-7

Prezzo: € 90,00

 
DE SPHAERA
Commentario all'edizione in facsimile - 2009


Il Bulino edizioni d'arte

 
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Questo pregevole libro d'arte, riccamente illustrato a colori, nasce come commentario per l'edizione integrale in facsimile del manoscritto miniato  De Sphaera (alfa.x.2.14, «sphaerae coelestis et planetarum descriptio») della Biblioteca Estense Universitaria.
Ha però vita autonoma e un suo codice ISBN che lo rendono indipendente dal facsimile, grazie alla ricca iconografia che ne consente una fruizione indipendentemente dalla disponibilità del manoscritto.
Nell'indice consultabile sopra trovate una sintesi dei contenuti.

Di seguito alcune informazioni sul manoscritto De Sphaera, di cui questo tomo rappresenta appunto il volume di studio.

Il De Sphaera è un manoscritto miniato su pergamena, databile intorno al 1470, nel formato di 17 × 24 cm, composto da 16 carte che danno vita a un libro di 32 pagine, di cui 15 interamente miniate e 9 con disegni astronomici e una Tabula climatum; la scrittura semigotica libraria, a inchiostro rosso seppia e azzurro, è in italiano.
Miniato per la corte di Milano da un raffinato artista di scuola lombarda (forse Cristoforo de Predis), giunse a Ferrara come bene dotale di Anna Sforza, prima moglie di Alfonso d’Este, o nel corso dell’interscambio artistico-culturale delle due famiglie.
Il De Sphaera è unanimemente considerato il più bel libro astrologico del Rinascimento e da oltre mezzo secolo il codice più richiesto per le grandi mostre rievocative di una stagione artistica irripetibile.
Il codice riassume, con impareggiabile eleganza, il sapere astrologico dell’epoca e, soprattutto, è testimone del credito raggiunto dalla fede negli astri – moda e cultura a un tempo – presso le corti più potenti e raffinate e nei circoli culturali.
Il De Sphaera aggiunge lustro a un filone già proficuo, quello della iconografia planetaria e zodiacale, con la bellezza delle sue miniature e i versi rimati degli oroscopi.
Le miniature esemplificano su due carte affiancate gli effetti che i Pianeti, nelle varie sfere d’influenza a loro sottoposte, hanno sulla vita degli uomini.
Sulla pergamena di sinistra domina la raffigurazione antropomorfica del Pianeta (Saturno, Giove, Marte, Sole, Venere, Mercurio, Luna), affiancato dalle proprie “case”, ovvero i segni delle costellazioni zodiacali sulle quali l’astro esercita la sua influenza in maniera più marcata; la didascalia poetica e la scena di vita quotidiana sottostante esemplificano il carattere di questo influsso, ancor meglio illustrato e specificato nella miniatura a fronte.
Questa iconografia rispecchia una tradizione ormai classica alla fine del Medioevo, qui espressa al massimo del suo potenziale estetico e destinata ad avere fortuna in numerosi cicli artistici successivi.
Essa è testimone di un’epoca d’oro dell’astrologia, arte-scienza di grande contenuto simbologico e filosofico e di portata politica presso i centri di potere e di cultura tra il tardo Medioevo e l’Età Moderna.

 
 

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